di Laura Guerra
“Continuare a condividere qualcosa di buono usando quel che ci è rimasto”. Massimo Bottura, lo chef modenese famoso nel mondo quanto la Rossa di Maranello e il Parmigiano Reggiano, non perde la sua spinta positiva e, passato dalla cucina dell’ Osteria Francescana a quella di casa continua a raccontare il suo mondo al mondo usando instagram e lanciando un nuovo hashtag #kitchenquarnatine. L’idea gliela ha data sua figlia Alexa che definisce “la mia regista”; i video, momenti domestici in cui lui cucina con la semplicità possibile in una casa, raccontano con immediatezza una dimensione diversa e per lui nuova: esserci. Esserci per i compiti del figlio Charlie, per la cura di passioni diverse come la musica riordinando per giorni la collezione di dischi con in testa il suo mantra: “Trasformare quel che resta nella cosa più positiva che si può”.
E’ stato il primo a chiudere le sue attività per proteggere i suoi ragazzi quando ancora non era obbligatorio per decreto e aveva tutte le sale piene e il file delle prenotazioni full.
“L’ho fatto d’istinto – racconta con il tono adrenalinico di sempre ammorbidito da una un senso di consapevolezza che attraversa il suo solito fluire di parole e concetti – non potevo pensare assolutamente che qualcuno dei miei ragazzi fosse a rischio, che si prendessero il Coronavirus; le brigate di cucina e di sala e gli staff della Francescana, la Franceschetta, Maria Luigia, Gucci Osteria sono la mia grande famiglia mi è scattato il dovere di mettere tutti al riparo, di prenderci cura l’uno dell’altro; parlo di centinaia di persone, abbiamo pagato regolarmente gli stipendi senza ricorrere a ferie e cassa integrazione. Non è forse questo il valore più grande della cucina? Prendersi cura, far star bene le persone?”.
Come ti senti in casa?
“E’ una situazione molto strana, penso sia molto importante non perdersi nella quotidianità della routine; la tecnologia, la connessione continua grazie al web aiuta molto, le dirette su instagram sono molto seguite e commentate da ogni continente; Phil Rosenthal che su instagram è una star mi ha chiesto di fare insieme uno show; qualcuno mi dice che dovrei parlare in italiano ma il mio inglese non è così forbito e difficile possiamo fare tutti un piccolo sforzo, ci seguono da tutto il mondo è importante mostrarci attivi e positivi”.
Nella cucina di casa non c’è la brigata, quanto ti manca?
“Moltissimo, è un pezzo di famiglia che sta da un’altra parte, ma so che i ragazzi stanno bene, ci connettiamo spesso, mi raccontano che approfondiscono cose che prima non avevano il tempo di studiare; sperimentano, fanno delle prove, ragionano su nuove idee”.
Quale valore stiamo riscoprendo?
“Senz’altro l’essenzialità che è sempre stato un tratto forte della nostra cucina, togliere e togliere per andare al cuore delle cose, ai sapori veri, autentici, primordiali quelli che ti riportano a quando eri piccolo. Un’altra cosa importantissima sono le materie prime, le persone non si possono spostare ma le merci si per fortuna e se io nelle mie ricette della quarantena uso dei prodotti sto dando una mano ai contadini, agli allevatori, ai produttori che li fanno, tengo su di loro una luce accesa, è un modo per farci coraggio e fiducia a vicenda”.
Il tuo impegno per le persone fragili è noto, che ne è oggi di loro?
“Abbiamo chiuso ì Refettori che sono il posto dove davamo da mangiare a tanti poveri di grandi città dando loro l’occasione di condividere pasti nati dal recupero di alimenti avanzati ai supermercati, oggi loro sono più soli ed isolati, bisognerebbe pensare di più alla loro solitudine”.
Che Italia riesci ad immaginare il giorno dopo?
“Vedo il rischio di un’estate grigia, economicamente sarà un disastro, oggi giustamente ci preoccupa l’aspetto sanitario, è giusto così ma l’economia dopo l’emergenza del coronavirus sarà molto provata. Siamo un grande Paese e possiamo ripartire riscoprendolo, chi può fare le vacanze resti in Italia e organizziamoci per dire a tutti di continuare a venire da noi; io su agosto non ho nessuna disdetta dall’estero. Dobbiamo avere fiducia, ci metteremo a lavoro, ognuno ci metterà il suo e ce la faremo”.