Un’insegna che sta facendo molto parlare, a ragion veduta, gli appassionati gourmet della Capitale. Un luogo intimo, che gioca su colori rilassanti, luci soffuse e un restauro che mantiene lo splendido soffitto a volte e mattoncini, simbolo di un’antica Trastevere. Antonio Ziantoni guida la cucina, forte delle basi francesi, acquisite nella sua esperienza con George Blanc, e dell’esperienza con Anthony Genovese. In sala la compagna Ida Proietti è la perfetta padrona di casa, mentre il servizio del vino, con una carta che alterna nomi noti a chicche piacevolissime, è affidato al competente Marco Pagliaroli.
I benvenuti giocano su sapori freschi e vegetali. La mozzarella è una sfera di latte di capra con centro liquido, il lattughino coltivato in regime idroponico dall’azienda The Circle è condito con pistacchio di Bronte e vinagrette. Si torna bambini assaggiando il lime filato con polvere di rapa rossa, terroso e acido. Tra gli antipasti, conquista la cottura perfetta dell’animella, croccante all’esterno e fondente al morso, mentre l’insalata di maiale propone il riuscito contrasto tra l’affumicato della cottura al barbecue e l’umami del brodo che l’accompagna. Di cinque primi piatti proposti, quattro sono a base di paste ripiene: ottimi i panzerotti con ripieno di galletto, piastrati in padella per ricordare la consistenza croccante del classico panzerotto fritto. I plin al bleu francese con gel di chiodi di garofano e cipolla colpiscono per la loro eleganza: la pasta sottile e il ripieno quasi liquido ne fanno un piatto di grande tecnica. I secondi traggono le loro basi da una solida tradizione francese. L’agnello panato nel panko con senape in salsa, grani e foglie e il piccione in civet hanno fondi saporiti e complessi, eseguiti in maniera impeccabile. Ancora tradizione francese, molto ben interpretata, nel dolce del pasty chef Christian Marasca. Il tourbillon con frolla alle mandorle, caramello salato e suprema alla vaniglia è di una bontà immediata, gioca su note dolci, senza essere stucchevole. Una cucina, quella di Zia Restaurant, che nella sua solidità tecnica, fatta di paste ripiene realizzate alla perfezione, attenzione alle cotture e ai fondi, lascia ampi margini al divertimento. Non servono voli pindarici, basta la mano di Ziantoni a portare avanti con competenza abbinamenti di sapori e consistenze che sanno stupire. Un indirizzo dall’ottimo rapporto qualità prezzo sia nei menu degustazione (55 e 75 €), sia nel percorso à la carte.
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