A Casadonna la “carta” non è solo un elenco, ma ha il bonus dell’annata della creazione del piatto.
Un’anagrafe cronologica sulla costruzione dei sapori, che suggerisce al cliente più accorto l’evoluzione del pensiero e il progetto della cucina di questo chef.
Niko Romito, autodidatta di talento, autodidatta che però ha respirato da sempre aria di cucina nel locale di famiglia.
Da un po’ di anni ha trasferito il suo mondo in quel che era un convento di clausura del ‘500 tra i poggi di Castel di Sangro, dove Abruzzo e Molise si sfiorano, a pochi chilometri da Rivisondoli, fino qualche anno addietro patria deputata dell’attività di famiglia.
Ai margini del fiume Sangro, dopo un restauro impeccabile e intelligente, Casadonna è ora un ristorante tout court, ma anche laboratorio in progress, fattoria, albergo, agriturismo, vigneto, frutteto e altro…
Un progetto a 360 gradi che parla sì di marketing del territorio e che strizza l’occhio al turismo di qualità, valore aggiunto da non sottovalutare, soprattutto in una zona ai margini dei grandi flussi.
Tra le altre cose, Casadonna è anche scuola di formazione per giovani talenti dei fornelli, dove più nomi si stanno mettendo in evidenza. In futuro, probabilmente ne sentiremo parlare.
Varcata la soglia, sensibilità e accudimento fin nei minimi dettagli.
Chi si regala un viaggio sensoriale fin quassù, trova non solo un servizio dai tempi e modi pressoché perfetti, ma anche tanta intelligenza, evidenziata nel riuscito incontro tra sapori, minimalismo non di maniera, e attimi di emozione con l’arte contemporanea.
Invece, il fil rouge sensoriale di Casadonna è scisso in due: i giochi di contrappunti e l’essenzialità.
Per esempio, il delizioso il cocomero e pomodoro davvero sconvolge il palato, con dolce e acido che giocano a nascondino con i cambi di stagione, così come la new entry (annata 2019!) del maiale fritto, salvia e rapa rossa, che stuzzica tutti i sensi, anche con la sua cromaticità importante.
Mentre l’essenzialità, perdonate il bisticcio di parole, trova tutta la sua apoteosi nella magnifica Essenza. Per l’anagrafe di Casadonna un evergreen, in concreto un gran gioco tra consistenze, sapori e volumi; semplificando al massimo, un memorabile dolce non troppo dolce.
Capitolo a parte i tortelli con pollo, piatto al di là da ogni catalogazione, senza salse e complesso da realizzare, solo in apparenza sapido. In realtà, un unicum dove pasta, ripieno e intingolo dialogano all’unisono.
Sorvolando su qualche nuovo piatto ancora da mettere a punto nei dettagli, senza mezzi termini siamo di fronte a una delle migliori cucine Italiane, dove in pochi anni è nato ed è cresciuto un importante e ben identificabile linguaggio culinario personale.
giorno di chiusura: