Due deliziose, stube tirolesi in legno, come tradizione impone, sono la splendida cornice di questo ristorante immerso tra le vette dolomitiche. Una grande stufa che riscalda i due ambienti. La mise en place è curata, con tanti dettagli. La cordialità dell’accoglienza è quella di queste parti, garbata e mai invasiva, ma vera. In cucina Fabrizia Meroi, cuoca autodidatta, che insieme a Roberto Brovedani hanno creato questo luogo incantato. Oltre alla scelta alla carta, è possibile scegliere tra tre menù degustazione: il “Plissn” 12 portate a 120 euro, l’“Asou” 9 portate a 90 euro e il “Verpai” 5 portate a 80 euro. La proposta segue la stagionalità degli ingredienti e le erbe spontanee, sono sempre dosate magistralmente, diventando parte integrante dei sapori. Una cucina che fa dell’equilibrio e del legame al territorio, oltre ad una buona dose di creatività, le sue carte vincenti. L’anguilla, rapa rossa, sorbetto di mela verde e sedano, zenzero, così come la patata dolce, creste di gallo, zafferano, funghi sono due piatti eleganti e sorprendenti. Se siete amanti della cacciagione non perdetevi il colombaccio, uva fragola, zabaione di frutta secca, macis, ne vale davvero la pena. Potrete scegliere anche un mix tra i dolci, vi consigliamo di provare il gelato al polline, biscotto all’olio d’oliva, grano saraceno, latte d’abete, fieno, una degna conclusione per un grande pasto. La cantina ha ricarichi più che corretti e ha tutto quello che deve avere. Un luogo delizioso, una cucina creativa di montagna, varrà il vostro viaggio.
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