Un quarto di secolo alla Pergola e non sentirli, ogni giorno come se fosse il primo. Questa è l’inesauribile energia di Heinz Beck che dopo lunghe esperienze nei ristoranti iperstellati tra Spagna e Germania è approdato nel 1994 a Roma. Metodo, tanto medoto, anche per conoscere la gastronomia italiana girando per le trattorie romane e poi il rapporto con la suocera siciliana. Sino a creare una vera e propria macchina da guerra che non sbaglia un colpo, neanche un coperto puntando a sapori decisi, puliti, prodotti di altissima qualità e soprattutto anticipando tutti sui temi dell’ambiente e sulla salubrità del cibo che viene proposto nei ristoranti. Ma non finisce qui: la sua vera forza è stata quella di cambiare la percezione della cucina di albergo a cui, prima di lui, l’Italia non era proprio abituata, precursore e maestro di tanti altri ragazzi che poi hanno seguito le sue orme. Lo stile è quello di una pulizia estrema e rigorosa nei piatti, con pochi elementi ben combinati e con presentazioni essenziali, a volte divertite e divertenti, mai sopra le righe per catturare uno stupore fine a se stesso, una estetica senza gusto. L’esperienza alla Pergola è dunque una di quelle cose da regalarsi almeno una volta nella vita. Con una sala decisamente all’altezza dei ritmi e della qualità della cucina che nel 2012 fu premiata con il grande Umberto Giraudo migliore del mondo e che, proprio come Heinz, non sbaglia un colpo con i fuoriclasse Simone Pinoli e Marco Reitano sin dal momento in cui l’ascensore si apre per essere accolti con un sorriso. Una delle migliori carte dei vini e dei distillati del mondo, attenzione ai lievitati, al carrello dei formaggi, dolci leggeri e saporiti, le proposte di infusi e tisane sono poi la cornice di un lavoro di squadra che mette sempre il cliente al centro.