Ravanello marinato, piccola maionese all’aringa affumicata e pane di segale e farro, fatto in casa: indizi che messi insieme fanno una prova. Perché quel piccolo benvenuto descrive attenzione per gli ortaggi, ma anche inclinazione per il sapore acido e infine profuma di rispetto per le cose semplici. Volendo, ci parla di stagionalità, di tecnica e manualità, criteri e conoscenze che Benedetto Rullo, Lorenzo Stefanini e Stefano Terigi, i tre giovani cuochi, hanno progressivamente messo a fuoco, fondendo esperienze acquisite in giro per il mondo con la storia e l’identità del Giglio stesso, fino a raggiungere un pregevole equilibrio tra contemporaneità e tradizione. Percorso non facile, insidioso, in cui è necessaria prudenza, al pari di una feroce determinazione. Miso, dashi, hummus, felafel, garam, wasabi compaiono spesso in piatti composti con delicatezza visiva, ma oggi, in questo inizio d’autunno, indugiamo su un Risotto con funghi e ibisco, di ottima mano e straordinario impatto cromatico, gli ovoli, gialli, e i porcini, tagliati sottili come petali, spruzzati del rosso dell’ibisco: intenso e fresco di scorze di agrumi, riporta a una passeggiata sulle Mura di Lucca durante il foliage, in una riuscita contaminazione tra oriente e occidente. E poi c’è la pasta, specie quella secca e lunga, mai banale, minimalista, condita di solito con pochi ingredienti a sottolinearne la centralità: un’esaltazione del gusto, del morso e del gesto, questa volta tutto italiano. Così ti lasci conquistare dagli Spaghettini con burro acido e “Balena”: una divertita riproposizione di pane burro e alici, la pasta sottile eppure vibrante, al dente, la mantecatura fine e discreta del burro e la famosa pasta di acciughe, essiccata, a spolverare di sapidità bocconi essenziali, pieni, infiniti e assolutamente contemporanei. I colori bruni di stagione, ma anche l’intensità e la verticalità dei piatti, tornano nel Pollo arrosto, la pelle abbrustolita irrorata di salsa al tartufo nero, le barbe di prete a scorzabianca croccanti e messe di traverso, come rami caduti su un sentiero fangoso, dopo la pioggia. Echi di Francia e scorci di Toscana, che ritrovi nell’appassionata e profonda carta dei vini, nel salone dalle grandi finestre, nel bel palazzo affacciato sulla piazza e nell’incantevole, assolato dehors. Così è piacevole abbandonarsi alle mille suggestioni di una carta dai prezzi civili, ai dessert curati e a un servizio attento e preparato: dettagli che fanno rima con eleganza
A marinated radish, a little smoked herring mayonnaise, spelt and rye bread, all homemade. These are the little clues that together create a testimony. That little welcome demonstrates care for produce, but also an inclination towards acidic flavors that respectfully season simple ingredients. If we wished, we could talk about seasonality, technique, workmanship, criteria and know-how; skills that Benedetto Rullo, Lorenzo Stefanini and Stefano Terigi, the three young cooks, have progressively honed by merging their experience acquired in their travels around the world with the history and the identity of the Giglio itself. They have reached an expert balance between the contemporary and tradition. It was not an easy journey; it was a treacherous one in which prudence and a fierce determination were necessary. Miso, dashi, hummus, falafel, garam, and wasabi appear often in dishes composed with a delicate visual presentation. However, today, at the beginning of autumn, we indulge in a risotto with mushrooms and hibiscus, which is very well-made and has an extraordinary chromatic impact. The yellow ovules, the thinly sliced porcini mushrooms arranged in the shape of petals, and the spurt of red from the hibiscus; it is beautifully presented, intense and fresh with citrus zest. It reminds you of a walk on the Mura di Lucca when the leaves are turning color. It is a successful execution in combining the orient and the west. And then there is the pasta, especially the noodles. It is never mundane, it is minimalistic, seasoned usually with few ingredients in order to highlight its taste; it is the exaltation of the archetypical Italian dish. And so, you will undoubtedly be impressed by the spaghetti with acidic butter and “Balena,” a fun interpretation of bread, butter and anchovies. The pasta is thin and vibrant, al dente, and the cream is a perfect combination of butter and the famous anchovy paste. It has an essential, full, infinite and absolutely contemporary flavor. The brown colors of the season, but also the intensity and the verticality of the dishes are embodied in the roasted chicken with crusty skin immersed in a black truffle sauce. The crunchy barbe di prete and salsify roots are placed horizontally on the dish, like fallen branches on a muddy forest path after a rainfall. Echoes of France and glimpses of Tuscany are found in the extensive and curated wine list, in the dining room with large windows, in the beautiful palazzo that overlooks the piazza and in the enchanting outdoor seating. It is a pleasure to lose yourself in the charming menu with reasonable prices, wonderful desserts and a prepared and attentive waitstaff. These are details that create elegance.