All’interno di una corte del Novecento si nasconde il covo gastronomico dei tre fratelli Pavesi (da cui il termine “Ostreria”). Giuseppe, Camillo e Giacomo si dividono tra cucina e sala e con disinvoltura e passione propongono una cucina che affonda le radici nel Piacentino (sono squisiti i tipici tortelli con la coda ed è imperdibile la crostigliante bomba di riso col piccione servita per tre-quattro persone) valorizzando materie prime ben selezionate a cominciare dalla panoramica di salumi. Considerando la pertinenza con la via del sale, non manca qualche incursione ispirata alla Liguria (delizioso il cappon magro). La carta dei vini non c’è, ma si è circondati da bottiglie! Sui 55 euro.