Un passaggio di testimone perfetto (si, vale la pena ancora di dirlo nonostante ormai siano passati un po’ di anni), l’intesa fra due chef inossidabile: è grazie a questi due fattori che uno dei luoghi più belli di Milano continua a regalare emozioni con rinnovato vigore. L’impronta dei mitici Aimo e Nadia che hanno dettato i tempi e i modi della buona ristorazione in città, le suggestioni alpine di Negrini e quelle marine di Pisani: qui ogni italiano si sente a casa, siamo in un ristorante ormai classico a tutti gli effetti dove tutto diventa un riferimento per fare i piatti partendo da una materia prima fuori dall’ordinario (c’è un menu a 220 senza piatti predeterminati affidato proprio alla spesa del giorno in dieci proposte). Venire qui è dunque una sicurezza, confortati dall’ambiente e dall’ampia carta dei vini, una delle più originali del nostro paese perché divisa per aree tematiche ripercorrendo la predisposizione generale di chi si siede a tavola. Una sottolineatura merita l’intesa fra i due cuochi e il servizio, più che complementari, fusi nel rispetto reciproco e nella capacità di ascoltarsi mettendo sempre il cliente al centro dell’attenzione.