Trovarsi senza parole in grado di descrivere una cena non è cosa che succeda spesso. Si rischia quindi di ricorrere a termini come esperienza, viaggio, arte: parole spesso abusate nella ristorazione e che rischiano di passare più per retorica che sostanza. Non è il caso di Gong. Il menu è ragionato dal primo all’ultimo piatto e ha come file rouge sapori ricercati, ma che anche un palato meno preparato è in grado di apprezzare. Niente di più lontano da una cucina ruffiana, qui c’è vera ricerca, degli ingredienti e degli accostamenti. Azzardati a volte, ma sempre riusciti. La carta dei vini offre etichette di pregio. L’ambiente e il servizio, impeccabili, sono all’altezza della cucina.