Un vero e proprio locale rifugio a Roma, questo di Arcangelo Dandini. Oste tra i più conosciuti, imprenditore fantasioso, è riuscito a creare nel suo ristorante a Prati davvero l’atmosfera di casa. Arredamento in legno d’antan, un bancone dove si cena e si fanno chiacchiere, tovagliato bianco in sala, con il tocco di colore degli ormai iconici modellini d’auto di cui è un ostinato collezionista. Cucina di carattere ma che non disdegna gli ingredienti più poveri. Un menu sempre ricco e vario, che si muove tra piatti della memoria e pensieri colti su quello che offrono le stagioni. Il servizio è professionale e caloroso, la lista dei vini aggiornata e curiosa. Da non perdere l’amatriciana, nella versione – a qualcuno sembrerà una bestemmia – con la pasta liscia, precisamente le mezze zite di Gragnano. Eppure, con il sugo di pomodoro che è quasi una crema leggera, il pecorino e il guanciale appena accennati, la riuscita è proprio felice.