La cornice è sempre l’antico e scenografico Palazzo Romanazzi di Putignano. Un solo menù degustazione, incentrato sui classici: le nuove creazioni, a parte. Ma non è certo mancanza di ispirazione. Perché Angelo Sabatelli ricrea se stesso sia se ripropone un piatto già pensato, sia se sperimenta. Ci ha mostrato lo zibaldone di nuove idee elaborato durante il periodo di forzata chiusura: ricchissimo, e ci vorranno anni per tradurlo tutto nei piatti. Si viaggia felici in una pirotecnica ricreazione dei sentori del territorio: “Incrapiata abbrustolita, ostrica tiepida, olio di cicoria, olive, katsuobushi”, “Tatin di lampascioni, vin cotto di fichi, gelato di patate arrosto”. È un genio. E lo sa.