Si respira una gradevole atmosfera nordica in questo bistrot di recente apertura nel quartiere Prati. E non solo per l’arredo minimal in legno chiaro e per il gioco cucina-sala dello chef Fabrizio Cervellieri, che si diverte a presentare i suoi piatti al tavolo. La soluzione di un menu ‘aperto’ con piccole portate tutte a 10 euro (obbligo di ordinarne almeno 4), servite in scodelle e piatti artigianali, restituisce il ricordo dei ristoranti del Nord Europa, dove lo chef si è formato. Una cucina più che convincente: prevale il vegetale, con una ricerca attenta di erbe e spezie anche orientali, e una tecnica che non sovrasta mai la materia. Si beve bene, ‘naturale’, ma senza talebanismi.