di Antonella Amodio
“Non sono solo il responsabile della sala del Cannavacciuolo Bistrot Torino, ma sono anche il responsabile dei momenti di felicità dei nostri ospiti.”
Pino Savoia, professionale Restaurant General Manager dalla lunga esperienza e Maître dell’Anno 2021 – Consorzio Tutela Prosecco Doc Award per 50 Top Italy, con un curriculum fatto di importanti tappe estere, è la figura cardine dell’ospitalità e del servizio del Cannavacciuolo Bistrot Torino, posizione 19 della Classifica 2021 di 50 Top Italy, categoria Ristoranti Fino a 120€.
Reputa un “dovere” regalare felicità al cliente, quando varca la soglia del locale. “È l’aspetto che amo di più del mio lavoro, quello che ripaga di tanti sacrifici, di orari massacranti e di lontananza dagli affetti. Ed è nel servizio serale che avverto maggiormente la necessità di regalare felicità, quando la fine della giornata di lavoro si avvicina e voglio tornare a casa pensando di aver svolto con professionalità il mio compito e di aver chiuso la porta del ristorante su un altro giorno positivo.”
Oltre alle caratteristiche specifiche di disciplina, ordine, doti comunicative e di leadership, Pino Savoia afferma che per essere un maître bisogna avere anche una buona dose di capacità manageriali, essere determinati, avere conoscenza merceologica degli alimenti e dell’origine dei prodotti, nonché conoscere la storia che c’è dietro ogni singolo piatto che esce dalla cucina. Una preparazione a 360 gradi in materia di gastronomia e di viticoltura, con una panoramica sulle produzioni del vino, dei distillati, il tutto condito da una smisurata passione per il lavoro, insieme con una innata gentilezza e…. chiaroveggenza.
Chiaroveggenza?
“Sì, perché chi lavora in sala deve anticipare i bisogni e le richieste degli ospiti – racconta Pino Savoia – ci sono pochi attimi nei quali occorre capire che cosa vuole il cliente e, se ha un problema, risolverlo. Viviamo di empatia, di occhiate attente e vigili.”
Una raffinata arte dell’ospitalità e del servizio, fatta di attenzioni che lasciano il segno nel cuore degli avventori per quel particolare modo di fare: essere tanto presenti e attenti quanto riservati e poco appariscenti. Un’arte che solo con l’esperienza si impara e si affina.
Lei ha iniziato molto presto a lavorare in ambito ristorativo. Che cosa l’ha spinto a continuare a lavorare e a non completare gli studi?
“Ho iniziato molto giovane, è vero. Facevo qualche servizio serale per guadagnare soldi da mettere in tasca. All’epoca, svolgevo il servizio di cameriere saltuario al ristorante di un importante e qualificato hotel di Napoli, mia città natale, e fu proprio lì che decisi il mio destino lavorativo. Mi affiancavo a due maître, ai quali rubavo il lavoro con gli occhi: uno del turno della mattina ed uno della sera; due personalità completamente diverse, agli antipodi, ma ambedue dotati di carattere e professionalità, che mi hanno contagiato con la passione e mi hanno insegnato che cosa vuol dire impegno, abnegazione e sacrificio. Cose che ovviamente chiedo allo staff che mi circonda. Così, con meno di due esami alla laurea in giurisprudenza, mi sono buttato a capofitto nel lavoro, studiando e girando il mondo. Oggi sono qui a Torino e sono entusiasta di collaborare con il gruppo Cannavacciuolo.”
L’ultima domanda, come è lavorare con Antonino Cannavacciuolo?
“E’ una persona esigente nel lavoro, ma dotato di grande umanità. Una caratteristica rara in questo ambiente. C’è tra noi una totale sinergia, un afflato, e si fida totalmente del mio operato.”
Ancora una volta Pino Savoia ci dimostra che è l’uomo il pilastro portante per il successo di un’azienda. Con la sua passione, cultura, etica e professionalità, vive il lavoro come stile di vita.