di Laura Guerra
Lui Danilo Cortellini, chef dell’ambasciata italiana a Londra, la definisce una light news. Una notizia piccola di quelle che non conquistano i grandi titoli ma fanno la differenza e illumina l’emergenza Coronavirus nei quartieri popolari della capitale britannica. In poche ore, quando è iniziato il lockdown, è passato dall’organizzare e preparare banchetti e pranzi per diplomatici e capi di stato a cucinare pasti caldi per le persone fragili dei quartieri di Marylebone e Hackney.
La cosa a cui tiene di più è che sono pasti caldi e non pacchi di generi alimentari confezionati. Li cucina ai fornelli della rappresentanza ufficiale italiana nella City, messa a disposizione dall’ambasciatore Raffaele Trombetta. Due volte alla settimana i volontari della rete FoodCycle passano a ritirarli al numero 4 di Grosvenor Square e li consegnano porta a porta ad anziani e famiglie in difficoltà economica.
Danilo Cortellini da alcuni anni dà il suo contributo a questa rete charity che conta più di 5000 volontari operativi su tutto il territorio del Regno Unito e quando l’emergenza sanitaria ha costretto a chiudere le associazioni, le scuole e le chiese dove venivano materialmente cucinati i piatti per i poveri, non ha esitato a mettersi in prima linea attivando la sua rete di lavoro per garantire cibo caldo a quanti non potevano comprarlo.
Ai fornelli ha coinvolto anche la moglie e la figlia dell’ambasciatore che danno una mano mentre i fornitori abituali della maison offrono i prodotti invenduti e le catene dei supermercati donano gli ingredienti in eccedenza cha vengono usati per preparare 100 lunch box complete anche di dolce.
Un pezzo del talento e del cuore italiano ancora una volta fa grande il nostro Paese nel Regno Unito, nel nome dell’uguaglianza solidale. E non c’è regola della Brexit che tenga.