Tradizione e passione immutata negli anni: sono questi i pilastri del piccolo gioiello della famiglia Fischetti, in grado di attrarre appassionati da ogni dove.
Calore, serenità ed agio, invece, le sensazioni infuse dall’ambiente retro chic che vive nelle sale di Oasis, visibilmente curate e rigenerate, con gusto classico ma mai banale.
E c’è altro; nell’aria aleggiano piccoli rumori e profumate scie che sanno di cucina vissuta.
Nel complesso, sin dai primi passi si ha come l’impressione di partecipare ad un gioco sulla scacchiera dei sensi, dove a uno a uno i percettori sono attratti verso un percorso sapientemente tracciato, fatto di emozioni crescenti che, passando per le strade della vista e dall’olfatto, avvicinano al traguardo del gusto.
Quattro menu per quattro occasioni differenti. Quattro proposte per altrettante versioni di palato. Tutte molto interessanti, come l’abbinamento enologico proposto dai sommeliers della casa.
Buona in termini di spessore anche la scelta “à la carte” che tende a sottolineare lo sforzo della cucina rivolto ai primi piatti di pasta fresca, preceduti dalle famose zuppe della casa, vera bandiera della preservata tradizione; senza mancare in proposte di origine contadina, e con qualche puntata verso il mare.
Prequel della degustazione vera è propria è la proposta dei pani, tutti rigorosamente home made, accompagnati durante la nostra visita da un benvenuto espresso in forma di bon bon di parmigiana di melanzane e seguiti da un binomio formato dal carpaccio di vitellone su fior di sale, stracciatella di mucca e maionese di alici salate di Menaica; e dal piatto misto della casa, che si esprime in un guanciale di maiale al pepe nero, un prosciutto di cantina, un arrosto di maiale servito tiepido su un letto verdure di stagione e formaggio dolce e l’immancabile ricotta di Fuscella; per un inizio che non lascia spazio a interpretazioni e che parla di un profondo legame con la geografia del luogo in cui siamo.
Quanto alla storia, essa è perfettamente incarnata dalla zuppa del giorno: un piccolo adagio di talli di zucchine su una schiacciata di patate, il tutto al profumo del bergamotto; viaggio nel tempo in un’Italia degli anni ’50 in cui tutto faceva zuppa e la zuppa era del pasto il tutto. Semplice nel concetto, ricercata nell’abbinamento, buona esattamente come ti aspetti che sia.
La musica si raffina all’arrivo del primo piatto, vero preziosismo di una cucina solo in etichetta povera: i Ravioli di ricotta, salsa di noci ed aglio bruciato sono esattamente la portata da non perdere, il senso del viaggio sin qui, l’ultima immagine a svanire nel tempo. Leggeri, gustosi e incredibilmente abbinabili al calice.
Ancora un giro di piatti ed ecco apparire il secondo, quadro tridimensionale incarnato nel vero senso della parola dal Cappello di Prete accompagnato da un fondo di sedano rapa speziato da pepe rosa e lime; sapiente costruzione dal sentore fresco quanto pungente.
Finale dolce affidato alla Ricotta mantecata al caffè, noci e limone, che strappa gli ultimi complimenti per una cucina veramente ben orchestrata e laboriosamente concentrata sul risultato.
Buona per profondità e ricercatezza la carta dei vini, a differenza di quella del caffè, che invece è servito solo nella versione espresso ed in singola miscela.
Tradition and passion, these are the unaltered pillars of this small jewel of the Fischetti family that can attract enthusiasts from all over. The sensations that are perceived in the Oasis rooms infused by the retro-chic atmosphere are warmth, serenity and ease. The dining room is visibly cared for and regenerated with a classic but never trivial manner. You can perceive in the air aromas and sounds of a kitchen with years of experience behind its belt. Overall, as soon as you step into this place, you get the impression you are playing a game of chess for your senses. Where one by one, your perceptions are attracted towards a wisely traced path, made up of growing emotions which, passing through the streets of sight to the sense of smell, they approach the goal of taste. There are four menus for four different occasions. Four proposals for various palate types. All are very interesting, including the wine pairing proposed by the sommeliers of the establishment. The “à la carte” proposals are also good in terms of substance and tend to underline the kitchen’s intention of presenting first courses that contain fresh pasta, preceded by the famous house soups. Soups are the true flag-bearers of dishes that preserve tradition. Then there are are, of course, proposals of simple origin with some seafood influences. A prequel to the actual tasting is the bread, all strictly homemade, accompanied during our visit by a welcoming bon bon of eggplant parmigiana followed by a combination of beef carpaccio on fleur de sel, cow-milk stracciatella and Menaica salted anchovy mayonnaise. The mixed dish of the house is presented with pork cheek with black pepper, a cellar ham, roasted pork served warm on a bed of seasonal vegetables and sweet cheese, with the inevitable ricotta of Fuscella. This is a beginning that leaves no room for interpretation and that speaks of a profound link with the geography of the place. History is perfectly embodied in the soup of the day: a little adagio of zucchini talli on a bed of mashed potatoes, all with the scent of bergamot. It’s like time travelling to Italy in the 1950s where all dishes where a type of soup and soup was the whole meal. Simple in concept, sophisticated in the combination, as tasty as you would expect it to be. The tones are refined with the arrival of the first course, the true value of cuisine only poor in label. Ravioli with ricotta, walnut sauce and burnt garlic is a good example of a dish that cannot be missed, giving sense to a journey that hardly fades over time. They are light, tasty and incredible when combined with a glass of wine. We get another round and then the second course appears: a three-dimensional picture embodied in the true sense of the word Cappello di Prete accompanied by a base of celeriac cream spiced with pink pepper and lime. A wise construction with a fresh and pungent scent. The ending could only conclude with a sweet note, entrusted to the creamed ricotta with coffee, walnuts and lemon which nicely tops off a cuisine that is really well orchestrated and laboriously focused on the end result. The wine list is good for depth and refinement. Unlike that of the coffee, which is served only in the espresso version and in a single blend.