Una cena all'Argine è un regalo da fare a se stessi e a chi amiamo, perché si esce gioiosi, soddisfatti dal gusto e dal buongusto, coccolati in sala e con Antonia Klugmann che prepara piatti dalla raffinata semplicità, ma complessi nella ricerca. Accolti con grissini leggerissimi e friabili, e con due tipi di pane, profumati, croccanti e molto alveolati, si comincia a leggere il menù. Mentre si sceglie fra quello più ricco, il medio e il piccolo, oppure alla carta, arriva un sorbetto di benvenuto al cetriolo e sambuco, con insalata e salsa al miele e paprika. Fra i perlage scegliamo, assieme al bravo sommelier, uno spumante locale, metodo ancestrale. Ed ecco l'entrèe del "Nostro menù" (il medio): crema all’amaranto, una sorta di polentina con adagiati sopra altri semi: quinoa, rucola, sesamo e girasole. Un sapore nocciolato dato dal girasole, che dona grassezza, abbinato alla cremosità dell’amaranto: suadente. Ogni seme sprigiona un suo sapore caratteristico; l’insieme determina un’esplosione di gusti diversi ma ben bilanciati tra loro. Perciò serve un altro vino, che accompagnerà tutta la cena: una Vitovska del Carso sloveno. Così saprà dove nuotare l'anguilla, marinata nel succo e sidro di mela, con riduzione di mela e spinaci e aggiunta di pelle fritta dell’anguilla, che dona una piacevole croccantezza. Non viene percepita la grassezza tipica di questo pesce, che ha una consistenza molto piacevole e particolare, contrastata dall’acidità della mela e dalla dolcezza degli spinaci. Poi Antonia fa uscire dalla cucina una lasagna tutta vegetale, una foglia di cavolo nero che, arrotolata, racchiude al suo interno due diverse creme: una al pomodoro e l’altra alla verza. Il tutto gratinato al forno e accompagnato da un sugo, ottenuto da acqua di pomodoro, verza centrifugata e aceto di pomodoro giallo: l’acidità che contrasta la dolcezza e l’amaro degli ortaggi ha la carica giusta che equilibra il piatto. Raccomandiamo la scarpetta con la ciabatta di farina di polenta gialla e semola rimacinata. Quindi i cappelletti ripieni di cinghiale arrosto, proposti in un brodo di susine dell’orto. Un misto tra dolcezza e asprezza: sapori tipici del territorio. Petto e coscia di faraona con purea di cedro e piselli, fagiolini, porro e cavolo riccio, come super secondo. Per dessert spuma di acqua e caffè, ganache di gianduia e grappa, crema di latte all’Earl Grey e spugna al cioccolato. La perfetta conclusione dell'eccezionale cena, indimenticabile.
Dinner at the Argine is a nice little treat for yourself as well as friends and family because you will leave the place gratified and happy, satisfied by the taste of good cuisine, pampered by the waitstaff and by Antonia Klugmann, who prepares dishes of refined simplicity while complex in the research. Welcomed with very light and crumbly grissini breadsticks, and with two types of bread, fragrant, crunchy and very well leavened. You begin by reading the menu, and while you choose between the richest, the medium and the small, or à la carte; a 'welcome' sorbet with cucumber and elderberry arrives at the table, with salad, honey, and paprika sauce. Among the 'perlage' we choose, together with the good sommelier, a local sparkling wine (ancestral method). Then, the entrèe from the "Nostro menu" (the medium menu) arrives: amaranth cream, a sort of polenta with seeds placed on top such as: quinoa, rocket, sesame, and sunflower; a nutty flavor given by the sunflower seeds, which gives it caloric volume, combined with the creaminess of amaranth, which is persuasive. Each seed releases its own characteristic flavor; the whole determines an explosion of different but well-balanced aromas. At this point, we needed another wine, which accompanied the rest of our dinner: a Vitovska from the Slovenian Karst accompanied the eel perfectly, which is marinated in apple juice and cider; the addition of fried eel skin gives it a pleasant crunchiness. The typical fatty nature of this fish is not perceived, and it has a pleasant and quite particular texture, which is nicely contrasted by the acidity of the apple and the sweetness of the spinach. At this point, Antonia served us the all-vegetable lasagna, along with a black cabbage leaf which, rolled up, contains two different creams: one with tomato and the other with cabbage. All of it is 'au gratin' from the oven and accompanied by a sauce made from tomato water, centrifuged cabbage, and yellow tomato vinegar: the acidity that contrasts the sweetness and bitterness of the vegetables gives the dish the right balance. We recommend doing the 'scarpetta' using the yellow polenta flour ciabatta (made with re-milled semolina). You could also order the cappelletti stuffed with roasted wild boar, served in a broth of plums, straight from the garden: a mixture of sweetness and sourness which are typical flavor combinations of the area; and the Guinea fowl breast and thigh with cedar and pea puree, green beans, leek and kale, for a “super” main course. For dessert, water and coffee foam, gianduia and grappa ganache, Earl Gray milk cream, and chocolate sponge. A perfect ending to this exceptional, unforgettable dinner.