In pieno centro storico di Viterbo, al piano terra di un palazzo d'epoca, due vetrate introducono lo sguardo nelle salette di questo ristorante dalle dimensioni contenute. Un arredamento che non tradisce la Tuscia, pochi tavoli e una generale idea di essenzialitá. Non si ha l'impressione di approcciare un luogo reso elegante, bensí di entrare in un contesto che é parte di un insieme piú grande. La carta propone due menú pensati per tutti. I piatti parlano subito di elementi locali e ambiente circostante, cosí infatti la degustazione "Tradizionale" propone ad esempio l'acquacotta alla viterbese con uovo coagulato e brodo di pane bruciato oppure la lingua di bue con verdure raccolte a spasso nelle campagne; mentre la degustazione "Dalle radici ai rami" suggerisce la patata germogliata del viterbese I.G.P. con burrata acidula e terriccio di funghi e germogli, oppure la terrina di coniglio leprino con pasta di nocciole ed estratto al rosmarino, o ancora l'agnello della Tuscia con patate al camino, la sua salsa all’amaretto e le erbe aromatiche. Uno chef giovane, nato a Soriano nel Cimino e cresciuto nelle campagne del viterbese, con esperienze tra l'Italia, il Nord Europa e gli Stati Uniti. Tanta memoria delle proprie radici ed il desiderio di sperimentare ed arricchire la materia prima, sbilanciando la propria scelta piú verso il gusto che verso la mera estetica. Dai piatti in tavola, si intuisce il suo voler cercare tra gli orti, i boschi ed i terreni odorosi di vegetale e humus sebbene intensitá ed energia non siano spinte verso gli eccessi. La carta dei vini contiene un numero importante di referenze, principalmente Italiane.

---

In the heart of the historic center of Viterbo, on the ground floor of a period building, two windows allow you to gaze into the rooms of this small restaurant. The décor does not betray the Tuscia, with a few tables and a general feeling of essentialism. One does not have the impression of approaching a place made elegant, but rather of entering a context, that is part of a larger picture. There are two tasting menus designed for every type of customer. The dishes immediately evoke local products as well as the surrounding environment. The “Traditional” tasting menu offers, for example, the Viterbo style acquacotta with coagulated egg and burnt bread broth, or the ox tongue with picked vegetables from the countryside. While the other tasting menu “Dalle radici ai rami” (from the roots to the branches) offers sprouted potato from Viterbo I.G.P. with sour burrata cheese, mushroom and sprout mold. The pan hare rabbit with hazelnut pasta and rosemary extract, or the Tuscia lamb with fireplace potatoes, amaretto sauce and aromatic herbs. The young chef was born in Soriano in Cimino and raised in the countryside near Viterbo. He has experiences in Italy, Northern Europe and the United States. In the dishes, you can perceive the memory of his own roots and the desire to experiment and enrich the raw materials used, unbalancing his choice towards taste rather than mere aesthetics. From the dishes presented on the table, you can sense the chef’s desire to offer garden vegetables and elements that come from fields, woods, and lands that smell of vegetables and humus, even though intensity and flavour are not pushed towards excess. The wine list contains an important number of labels, mainly Italian.