Che il sempre suggestivo Pantheon, dal quale Armando è pressoché a ridosso, abbia una sua storica ragion d’essere nel costituire sempiterno omaggio alle divinità d’ogni tempo - almeno negli intenti di chi lo concepì, oltre duemila anni fa -, non deve far dimenticare che nella vita terrena qualche momentanea soddisfazione, utile a far da granitico antidoto contro le angherie dell’esistenza, sarà sempre e comunque data laddove spirito e materia riescono a fondersi compiutamente: ecco perché, fra sacro e profano e fra anima e gola, a quadrare il cerchio di un’impareggiabile passeggiata nel centro del Centro di Roma non potrà assolutamente mancare una sosta godereccia dai fratelli Gargioli - soltanto dopo aver necessariamente prenotato, però, data la loro fama ormai planetaria -. Inebriata a dovere la vista, quindi, toccherà poi a narici e papille far festa di tutto punto con gli aromi e i sapori della tradizione più autentica diligentemente traslitterati ai tempi nostri, come d’uopo. Il panino con coratella d’abbacchio vi stringerà il cuore con mascolina tenerezza, mentre la parmigiana di melanzane illanguidirà ulteriormente il percorso, che una volta arrivato ai rigatoni con la pajata (le dolci budelline del vitello da latte) e alle fettuccine con le regaje (interiora) di pollo vi avrà fatto perdere del tutto l’orientamento, parzialmente recuperato attraverso il sentiero rassicurante di gricia e amatriciana canoniche. Ma fra abbacchio a scottadito, trippa e saltimbocca vi accorgerete di aver ormai imboccata la strada della perdizione, senza alcuna speranza di poter tornare sui vostri passi. Meno male che a farvi adeguata compagnia in cotanto viaggio provvederanno i vini scelti da una competente lista, approntata da Fabiana Gargioli: un pantheon enoico niente male.

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The always suggestive Roman Pantheon, to which Armando's restaurant is quite close, has a historical “raison d'etre” in constituting eternal homage to the divinities of all times - at least in the intentions of those who conceived it, over two thousand years ago. You must not forget that in earthly life some momentary satisfaction, useful to act as an antidote against the oppression of existence, will always and in any case be given. A type of satisfaction in which spirit and matter can merge completely. This is why, between sacred and profane and between soul and gluttony, squaring the circle of an incomparable walk in the very center of Rome you cannot miss a pleasant stop at the Gargioli brothers. Make sure you book in advance, given the restaurant's very considerable fame. Once stimulated the sight, it will then be up to the smell and taste to celebrate fully with the aromas and flavors of the most authentic tradition, diligently transliterated in our times, as necessary. The sandwich with lamb offal will conquer your heart with its tenderness, while the eggplant parmigiana will further surmount you, by the time you get to the rigatoni with the pajata (the sweet guts of suckling veal) and fettuccine with regaje (chicken entrails) you will be completely lost into this culinary path, then reassured by the classic gricia and amatriciana. But among lamb scottadito, tripe, and saltimbocca, you will realize that you have now embarked on the road to culinary perdition, without any hope of being able to retrace your steps. Luckily, the wines chosen from a competent list of labels, prepared by Fabiana Gargioli, will provide you with adequate company during such a journey: a very nice “wine pantheon”.