di Giulia Gavagnin
Venezia: 56.000 residenti e 12 milioni di turisti all’anno. I numeri sono importanti, quasi disfunzionali, e sebbene le recenti vicende legate all’acqua alta abbiano fatto segnare un decremento delle presenze, segnare un percorso turistico di qualità a Venezia non è semplice. L’antica Repubblica Serenissima, nata nel IX secolo e potentissima tra il 1400 e il 1600, tuttavia, ha un invincibile freccia al suo arco: il labirinto di calli e di canali, dietro a ognuno dei quali si può annidare una insospettata meraviglia. Le distanze, il tempo del cammino, il piacere di perdersi sono molto più dilatate del previsto. E rendono Venezia molto più ampia e ariosa di quel che si possa immaginare. I gioielli di Venezia sono nascosti: bisogna desiderarli, cercarli e trovarli. Ma niente paura: per i più pigri, c’è questo agile vademecum, scritto da una veneziana doc. Particolarmente utile nell’imminente inizio del Carnevale, che apre le danze l’8 febbraio e fino al 25 febbraio vedrà la città invasa dalle maschere e dagli eventi, pubblici e privati.
Il Carnevale è la Storia stessa di Venezia. E’ il suo spirito. Nasce verso la fine dell’anno Mille e inizialmente dura sei settimane. E’ istituito dal patriziato per permettere al popolo di dare libero sfogo alle proprie pulsioni, cantando e ballando per la città inneggiando al Dio Bacco, senza timore di essere riconosciuti. Le maschere, infatti, servono a compiere le azioni più trasgressive in perfetto anonimato, in quelle sei settimane signorotti e plebei si confondono, sono uguali. E’ la democrazia della Serenissima Repubblica, che in tempo di Quaresima ritorna alla sua rigida morale.
Nel corso dei secoli nascono cartapestai (per le maschere) e sarti di costume per professione: non stupiamoci se oggi in città sono sempre di più gli artisti della maschera, perché molte tradizioni stanno tornando prepotentemente. I fasti del Carnevale sono stati raggiunti nel XVIII secolo, Giacomo Casanova è stato il trascinatore più illustre delle feste più lussuose nei palazzi, ma negli ultimi anni molte gloriose tradizioni sono state ripristinate.
Il Carnevale torna ad aprirsi con il Volo dell’Angelo, in ricordo dell’acrobata turco che attraversò Piazza San Marco camminando su una corda con un bilanciere: oggi un personaggio illustre “vola” agganciato a una fune, ovviamente in sicurezza. E’ tornata finalmente la festa delle Marie, in ricordo dell’antica tradizione di scegliere dodici ragazze del popolo da agghindare in modo lussuoso con gioielli patrizi da accompagnare in corteo per la città. La festa divenne celebre perché nel 943 le Marie furono rapite dai pirati, e con l’istituzione del Carnevale l’evento divenne più importante che mai.
Quest’anno la festa delle Marie è il 15 febbraio. Altri eventi tradizionali sono il Corteo delle imbarcazioni sull’acqua (8-9 febbraio) il Volo dell’Aquila e lo “Svolo” del Leon che chiude il Carnevale. Imperdibile è il Ballo ufficiale a Cà Vendramin, per chi riesca ad accaparrarsi i costosi biglietti (500 €). Il Prosecco DOC è partner del Carnevale di Venezia 2020.
Lo spirito trasgressivo del Carnevale non ha mai potuto prescindere da abbondanti libagioni. Mangiare bene a Venezia è notoriamente un’impresa, ma con un po’ di curiosità, di pazienza e qualche informazione corretta, lo scopo è raggiungibile per tutti.