La Val di Fiemme è il luogo che accoglie questo ristorante, ma anche il luogo che lo ispira, forse sarebbe meglio dire il luogo che plasma la filosofia di cucina di Alessandro Gilmozzi. Non è esagerato usare il termine plasmare, perché tutto quello che troverete in questo ristorante ha come tema la montagna e i tanti artigiani del gusto di queste valli. L’accoglienza nel ristorante è calorosa e professionale, come la gente di questi luoghi. Affidatevi senza paura ad uno dei due percorsi degustazione, uno da sette e uno da quindici portate. Le “miniature wild” ed il “fermento di cirmolo frizzante” apriranno il vostro pasto e vi stupiranno per la coerenza dei pensieri. Tra cervo marinato in rapa rossa, betulla e cagliata e il filetto la grigia alpina stagionata in torba di pigna, troverete dei sapori forti, decisi, però assolutamente centrati. Ma con il risotto alla cenere di pigna fermentata, troverete delle emozioni molto forti. Il ricordo delle braci delle grigliate è davvero notevole. Tra gli assaggi: il diaframma di grigio alpina, fonduta di betulle, funghi e cipollotto e il baccalà dei frati in riduzione acetica di fragola, carota e gelato al rafano, sono forse i piatti che partono dalla tradizione per diventare futuro. La chiusura è notevole, due dolci non dolci. Il “border line”, sorbetto di larice, gel di topinambur, miele di melo, polvere di mais, licheni e resina ed “Icy corteccia”, un gelato di polline, che vi ripaga del viaggio. I ricarichi dei vini sono corretti, così come il costo del pasto. il servizio è molto cortese e professionale. Oltre al ristorante El Molin, con la proposta gastronomica, potrete scegliere anche il bistrot o la pizzeria Excelsior, sempre dello stesso gruppo.
The La Val di Fiemme is the venue which houses this restaurant, but it is also the place that inspires it. It might be better to say that it is the place that shapes Alessandro Gilmozzi’s cooking philosophy. It is not an exaggeration to use the term shape, because everything that you find in this restaurant reflects the mountain and the many food craftsmen of these valleys. You receive a warm and professional welcome at this restaurant, as people are prone to do around these parts. Trust one of the tasting menus without reserve, one with seven and another with fifteen courses. The “miniature wild” and the “fermento di cirmolo frizzante” open your meal and will amaze you for their cohesion in design. Among marinated deer in red turnip, birch and curd and the fillet with grilled aged alpine and pinecone, you will find strong, decisive flavors that are however absolutely on target. But with the with ashes of fermented pinecone you will most certainly be impressed. The nod to the embers of the grill is truly noteworthy. Among the dishes are the diaphragm of grey alpine, birch fondù, mushrooms and chives and the baccalà dei fratti (cod) in an acidic strawberry reduction, carrots and horseradish gelato. These are perhaps the dishes that began in tradition yet belong to the future. The close to the meal is noteworthy; two non-sweet sweets. The “border line,” sorbet of larch, a topinambur, apple tree honey, corn powder, lichen and tree sap gel, and “Icy corteccia,” a gelato made with pollen which will make your trip here worth it. The markups on the wines are fair, as is the cost of the meal. The service is very professional and courteous. Apart from the El Molin restaurant, you can also choose the bistrot or the Excelsior pizzeria, all part of the same group.