Un’insegna storica che rinasce grazie al desiderio di intraprendere di Gianluca Gorini e della sua compagna Sara, che nel settembre 2017 colgono il testimone da Giuliana Saragoni e da suo marito, gestori della Locanda del Gambero Rosso condotta insieme ai genitori senza pause per 63 anni. Un locale accogliente, che mette a proprio agio, con travi in legno, mura in sasso, un grande banco dei primi del ‘900, e una mis en place informale su tavoli in ferro e legno senza tovaglie, che si riverbera in un servizio familiare ma accurato e una cucina autentica, fatta di piatti della tradizione cucinati con estro e tecniche antiche, che garantiscono un’esperienza emozionale con picchi di piacevolezza assoluta. Tutto inizia a Pesaro nella trattoria di famiglia, dove Gianluca apprende quell’alfabeto dei sapori così importante per formare il palato mentale, poi l’Alberghiero, le stagioni al mare, il primo lavoro all’Hotel Rossini di Pesaro, a Londra per imparare l’inglese e cinque anni da Paolo Teverini per conoscere la cucina classica e la materia. Fino alla svolta, alla Certosa di Maggiona accanto a Paolo Lopriore, il visionario chef a cui sarà sempre riconoscente per avergli aperto la mente guidandolo a definire il suo gusto. A Le Giare di Montiano, l’ultima esperienza da executive chef, dal 2013 al 2016 prima di interrompere e aprire DaGorini a San Piero in Bagno, un ristorante lontano da tutto, ma che gli infonde consapevolezza e maturità nuove, dove può esprimersi in un modo libero e autentico. Materie territoriali scelte personalmente incontrando i piccoli allevatori, insieme a tecnica sopraffina che tiene in gran conto le note acide, sapide e amare, regalando piatti dai sapori decisi di grande godibilità, che riportano alle nostre radici e valgono il viaggio. Si comincia con la battuta di daino al bergamotto salato, miele di castagno, caffè; si prosegue con i tortelli di melanzane con fondo di erba cipollina al primo sale di capra e polvere di melanzane affumicate; poi lo straordinario piccione di razza Triganina romagnola, scottato alla brace, con le sue interiora (fegato, cuore, durello), alloro e cipolla cotta al cartoccio; per concludere con un sorbetto al sedano e lime, che precede il semifreddo al raviggiolo, con amarene di Cantiano, croccante alle noci e vermuth artigianale. Cantina ragionata a cura dell’ottimo Mauro Antonio Donatiello, con le più importanti regioni del mondo rappresentate, insieme a interessanti selezioni territoriali.
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