La Violetta nasce negli anni ’60, prima bar e negozio di alimentari, poi vera e propria trattoria che ha occupato lo spazio in un locale dove si costruivano carri da lavoro, da cui il nome italianizzato “violetta” (il nome era Ca d’viuletta). Qui sino al 2021 ha cucinato un vero mito della gastronomia piemontese, Maria Lovisolo, in azione fino all’ultimo dei suoi 91 anni con i piatti della tradizione. Dopo la sua scomparsa, due anni fa, per fortuna la tradizione continua grazie al suo braccio
destro, la nipote Kathrine con il figlio Carlo e la moglie Silvana che continuano a servire in sala, aiutati da un personale fidato e storico. Bisogna essere maratoneti, perchè gli antipasti (aspic, vitello tonnato, peperoni imbottiti, fritture) da soli fanno un pranzo, le porzioni sono abbondanti, ma al momento dei primi senza indugio si è optato per richiedere tre zuppiere per tipologia di proposta, avanti fino ad arrivare ad una finanziera. La materia prima è eccezionale, la carne in particolare: ulteriore garanzia al riguardo è offerta da Loredana, sorella di Carlo, moglie del macellaio Vittorio Giovine di Nizza Monferrato. Servizio familiare perfetto. Grande carta di rossi.