Questo ristorante è un pezzo di Storia, qui Cavour faceva e disfaceva governi seduto nelle sale meravigliose. Luogo che diviene tempio gastronomico grazie alla cucina dello chef Matteo Baronetto, sarebbero sue molte pagine di un ideale libro dedicato alla storia gastronomica contemporanea italiana. E’ una tappa obbligata quando siete a Torino: giochi ricchi di tecnica e materia prima eccellente con l’importanza di conoscere l’origine dei piatti per poter dare loro una nuova veste, pur continuando a mantenere un fil rouge con i sapori e le tradizioni che conserviamo nella nostra memoria organolettica. Memoria, dunque, con grandi classici piemontesi che la nostra borghesia ritrova con piacere. Memoria che gioca con il futuro, con i ricordi familiari, e memoria dei classici dello chef. Ma anche creatività, con il menu a improvvisazione. E da vero ristorante, consente di tornare spesso più volte grazie ai classici e ai piatti stagionali che ruotano. Mette sempre allegria il cestino colorato di Chips di riso e in questa stagione è imperdibile l’omaggio a Gualtiero Marchesi: Raviolo Aperto con capasanta e sogliola irrorato dalla salsa al vino bianco e zenzero. Un velluto in bocca dai profumi delicati. Un ristorante che ha al centro il cliente e la sua soddisfazione. Sicuramente si può considerare ai vertici italiani in questo momento grazie alla completezza e alla varietà della proposta, al servizio giovane, elegante e garbato, in un ambiente davvero unico e irripetibile.