Vale davvero la pena arrampicarsi sulle curve della strada che porta a Villa, frazione del comune di Lozio, per venire a scoprire una cucina alpina che fonda le sue radici profondamente ed autenticamente nel territorio. Qui la cucina è donna. Una sapienza tramandata dalla nonna Sara e presa in mano dalla giovane chef Greta Gemmi che ripropone con mano elegante tutta la sapienza di secoli di alimentazione montana dove le fermentazioni erano indispensabili per rendere commestibili materie prime difficili come resine arbusti e germogli. E così con la sua laurea a supporto, Greta continua a cucinare con la nonna Sara sempre presente, passando da piatti locali tradizionali come lo gnoc de colà a portate come i ravioli al peruch (spinacio selvatico) dove la pasta ha la tipica consistenza spessa della sfoglia di montagna senza uova, la tartare di capriolo al lichene islandico che con la sua amarezza pulisce completa ed ammorbidisce il gusto della carne o lo straordinario risotto al levistico dell’orto con crema di latte fresco di mucca locale e coregone essiccato tradizionalmente all’aria del Lago d’Iseo. Completa una carta dei vini identitaria dei progressi enologici della valle camonica.