Doppia sfida per Alessandro Bergamo, finalista alla S.Pellegrino Young Chef e al Bocuse d’Or.



 

di Laura Guerra

Per Alessandro Bergamo, sous chef al ristorante Cracco, il 2021 sarà l’anno delle sfide; è uno dei 4 finalisti della competizione S.Pellegrino Young Chef 2020 rimandata a causa della pandemia al prossimo maggio ed è anche il rappresentante dell’Italia alla competizione gastronomica Bocuse d’Or, una delle più prestigiose e dure gare internazionali che si terrà a Lione a giugno.

Li considera “fra i concorsi di cucina più importanti che ci sono e sono molto diversi. S.Pellegrino Young Chef permette più di esprimersi in termini di creatività, con un solo piatto che lascia molto spazio all’estro e che è il tuo piccolo “bambino”. Al Bocuse d’Or bisogna preparare due piatti – carne e pesce – c’è un team composto da commis e coach, il box con le misure, c’è molto rigore e tecnica, con tradizioni da rispettare. Entrambi formano molto: uno permette di cercare dentro di te cosa sei, cosa vuoi e cosa ti piace; l’altro ti mette rigore, precisione, ordine, disciplina“.

Alessandro Bergamo, origini comasche, classe 1989, comincia con una gavetta in alcuni ristoranti nel nord Italia e consolida la sua formazione nelle cucine internazionali di Pierre Orsi, Yannick Alleno, iRegis Marcon a Sait Bonnet le Froid. Nel 2013 arriva al ristorante di Benoit Vidal che quell’anno conquista la seconda stella. Dopo gli anni francesi si sposta in Canada, a Montreal nel ristorante Maison Boulud – Ritz Carlton dello chef stellato Daniel Boulud. Infine, dopo un breve stage in Giappone, nel 2019 torna in Italia nella cucina di Carlo Cracco, diventandone sous chef del ristorante in Galleria. Tra gli ingredienti che più ama cucinare ci sono il pollo, le uova e le patate, perché nella loro semplicità si prestano a moltissimi tipi di cotture. Il suo sogno? Che si torni ai prodotti di stagione, risparmiando denaro e guadagnandoci in gusto.

Alla S.Pellegrino Young Chef si è qualificato presentando “Meglio un uovo oggi o una gallina domani?” guidato dai consigli della sua mentore Antonia Klugmann. Descrivendo il suo piatto ha spiegato che “rappresenta la mia visione di chef, che ha il compito di mettere in risalto la materia prima e il saper fare di chi la produce”.

 

Photo Credit FineDiningLovers

 

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