Nel centro di Alba, al primo piano di un palazzo affacciato sulla piazza del Duomo, si trova il regno di Enrico Crippa. L'altro regno di Crippa si trova a pochi chilometri di distanza dal ristorante, nel suo, ormai mitologico giardino. In questa cucina, forse come in nessun altro ristorante del Bel Paese a comandare è l’orto. Una cucina “ascetica” una parola che in origine significava esercizio, allenamento di un atleta per il superamento di una prova (dal greco antico askesis) “ascesi”. Perché ogni giorno può essere diverso da un altro, dipende dall’orto da quello che è pronto da quello che non è pronto, in pratica ogni giorno c’è uno scenario diverso e l’esercizio, la tecnica e l'abnegazione, sono fondamentali per dare forma e gusto alla proposta. Essenzialità, l’esaltazione della materia, gusti netti e precisi a volte arcaici. Anche i nomi dei piatti del menù diventano essenziali, perché altrimenti diventerebbero una lista di ingredienti infinita, c'è scritto solo l'ingrediente principale da cui si parte. Ogni piatto è un piccolo microcosmo dove I fiori, le erbe, gli ortaggi non sono orpelli decorativi ma protagonisti del piatto. Si inizia con la personale versione dell’antipasto alla piemontese. Colorato, gustoso, fresco e su tutti le verdure stagionate, piatto storico, ora servito in una porzione più piccola. Ficoide e branzino è davvero stupefacente. Il ficoide o anche erba cristallina, per via della brina che producono le foglie è una pianta succulenta originaria dell'Africa. Il ragionamento fatto prima, il branzino diventa l'accompagnamento tra un morso di ficoide e l’altro. Succulenza, aromaticità, grande piatto. Sull’insalata 21, 31, 41 è stato scritto quasi tutto oramai. Il nome non è più aderente perché si parte da 50 ingredienti almeno, uno dei ragazzi del servizio mi racconta che lo scorso anno hanno raggiunto 126 ingredienti diversi. Una lucida follia, che parte con un gusto austero per trovare un’inaspettata golosità finale. Sempre bello mangiarla. La fassona Garibaldi e il merluzzo (che dissalano in casa) e l'agnello sono altri tre sprazzi di classe. Delicatezza e sensazioni palatali lunghissime si intrecciano per un risultato finale di puro godimento. Vincenzo Donatiello, restaurant manager è una garanzia, da sette anni e mezzo ad Alba ha saputo creare una squadra di sala affiatata, mai sopra le righe e mai troppo sotto i riflettori si conferma uno dei migliori uomini di sala in circolazione in Italia.
In the center of Alba on the first floor of a building overlooking Piazza del Duomo, you will find yourself in Enrico Crippa’s realm. Crippa’s other realm is located a few kilometres away from the restaurant in what is now considered a mythological garden. In this kitchen, perhaps more so than in other restaurants within the Bel Paese, garden vegetables are the key protagonists. The cuisine can be defined as “ascetic” a word that originally meant exercise, or the training of an athlete to overcome a goal (from the ancient Greek askesis) “ascetic”. We use this term because every day the cuisine can be different from another given day. It all depends on the garden and on what is ready, or what is not ready. Practically every day there is a different scenario. Exercise, technique and abnegation are fundamental to give shape and taste to these different proposals. The characteristics are essentialism, the exaltation of the raw materials used, and clear and precise tastes that can sometimes be archaic. Even the names used on the menu are essential because otherwise, they would become an endless list of ingredients. Only the main ingredient is written on the menu. Each dish is a small microcosm where flowers, herbs, vegetables are not decorative frills but the main protagonists of the dish. It starts with the personal version of the Piedmontese appetizer. Colourful, tasty, fresh and above all containing all seasonal vegetables. It is a historic dish, now served in a smaller portion. The sea bass with ice plant is truly amazing. The ice plant is also known as crystalline grass, due to the frost that can accumulate on it. This succulent plant is native to Africa. For the reason previously explained, the sea bass becomes the accompaniment between one bite of ice plant and the next. Delicious, aromatic, it is a truly great dish. On the salad dishes 21, 31, 41, nearly everything has already been written. The name no longer fits on the menu because it contains at least 50 ingredients. One of the staff members told me that once they even reached 126 different ingredients. The formula seems to be a lucid madness, which begins with a strong flavor to eventually end in an unexpected final gluttony. It is always a pleasure to enjoy it. The Fassona Garibaldi beef, the cod (that they desalt themselves) and the lamb are other dishes that contain flashes of true class. The delicacy and long palatal sensations intertwine for a final result of sublime satisfaction. The restaurant manager Vincenzo Donatiello is extremely competent. He has been in Alba for seven and half years and he has managed to create a close-knit staff; one that is never over the top and never too much in the spotlight. He has thereby proven himself to be one of the best managers in circulation in Italy.