Scommessa azzardata, ma certamente vinta. E’ l’avere trasformato (ma l’idea covava sotto la cenere già dall’apertura…) un piccolo e curato ristorante di un centro quasi montano, come lo è la bella Agnone, universalmente nota per le campane, in un’oasi gourmet di intelligenza e bei sapori nei piatti. I riscontri di questo bel lavoro fioccano dalla critica e dal pubblico, e così ora, dalla cucina i sapori sapori sono fatti ancora più intriganti e meglio costruiti, in certi casi guardando al territorio, in molti altri no. Così, se le rodate e saporite linguine, burro di manteca, aringa affumicata, limone candito e capperi in polvere sono un qualcosa che si avvicina molto all’emozione, il crudo di manzo, gorgonzola, whisky e pompelmo, tra le altre cose un antipasto, già lo è. Di buon livello le chicche di pasticceria e il servizio. La cantina è certamente ben fornita, anche se qualche scelta “più coraggiosa” non potrebbe che dare ulteriore smalto a tutta questa gran bella esperienza sensoriale.

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A risky bet, but certainly won. It was that of transforming (but the idea was smoldering in the background since the opening) a small and well-kept restaurant in an almost mountain center, like the beautiful Agnone, universally known for its bells, into a gourmet oasis of intelligence and beautiful flavors. The result of this great idea is seen by flooded critics and the public. So now, from the kitchen, the flavors are made even more intriguing and better constructed. Some dishes refer to the territory while others do not. The savory and well-executed linguine with cream butter smocked herring candied lemon and powdered capers are something that evoke emotions. The appetizer with raw beef, gorgonzola, whiskey and grapefruit, can already be classified as an emotion. The pastries and the service are of a good standard. The wine cellar is certainly well-stocked, even if some “braver” choices could only give further vitality to this great sensory experience.