Con la pandemia quasi tutti i locali si sono reinventati con nuove proposte anche a livello accoglienza, pure in questo caso la “Trattoria Il Cibreo o Cibreino” ha rubato uno spazio attiguo al “Ristorante Il Cibreo” (stessa proprietà) per poter distanziare i tavoli mantenendo la stessa capienza di coperti circa 30/35. Il menù è stampato su carta plastificata per essere, penso, sanificato ad ogni passaggio. È la Toscana a farla da padrona e le proposte cambiano con la stagione, ci possono quindi essere variazioni che il personale di sala con la mascherina d’ordinanza, gentilissimo e ben preparato, illustra a voce sottolineando, bonus, anche la variazione di prezzo inferiore o superiore al piatto sostituito. La carta non è ampia 3 proposte fra gli antipasti, altrettante per i primi e per i secondi. Qualche piatto in più per i dolci. Ho scelto la “Pappa al Pomodoro”, buona. Poi “gli gnudi” ricotta e spinaci (non presenti in carta) di buona preparazione. Tra i secondi l’insalata di gallina con la maionese. Il piatto è “guarnito” con piccoli pezzetti di giardiniera, la gallina e la maionese, questa è quasi agra con il limone molto presente. L’altro piatto preso al tavolo è stata “l’arista con purè di patate ripassata in forno” di buon gusto. Indistintamente tutti i piatti si fanno ricordare per la loro misera quantità. Per i dolci due porzioni, divise fra noi 4 commensali, di torta al cioccolato leggermente poco denso ma di buon sapore. Ad innaffiare il tutto un Kerner delle Dolomiti a 30,00 euro (carta vini con notevoli ricarichi). I prezzi delle pietanze variano dai 9,00 ai 17,00 euro a mio parere molto alti e per la quantità e per le povere materie prime servite. Acqua in bottiglie da ½ litro e pane salato che in Toscana è quasi un’eresia.

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Because of the pandemic, almost all the establishments have had to reinvent themselves with new proposals, even in hospitality. In this case the “Trattoria Cibrèo o Cibreino” has 'stolen' some space next to the “Ristorante il Cibrèo” (they are the same owners) in order to distance the tables and to keep the same number of seats, around 30/35. The menu is printed on laminated card to be easily sanitized after every use. Tuscany rules supreme and the proposals change along with the seasons, so there can be variations which the dining room staff, wearing their face masks, polite and well prepared, vocalize, emphasizing bonuses and any variation in the price of the substitute dish. The menu is not vast, there are three proposals for the appetizers, three for the first course and three for the second course. A few more for the desserts. We chose the “Pappa al Pomodoro” which was excellent. Then ricotta and spinach “gnudi”, (gnudi are gnocchi-like dumplings made with ricotta cheese instead of potato), (not on the menu), well prepared. As a second course we had Chicken salad with mayonnaise, which was almost sour with lots of lemon. The other dish that we tried was “Loin with mashed potatoes re-baked in the oven”, very tasty. Without distinction all the dishes stood out because of the small portions. As for the desserts, two portions, divided between four people, chocolate cake, not very dense but flavorful. To wash it all down, a good Kerner delle Dolomiti which cost 30 euros (the wine list had noticeable mark-ups in the prices). The prices of the dishes varied from 9 to 17 euros, as far as I am concerned, extremely high for the quantity and the poor ingredients which were served. We are served half-liter water bottles and salted bread, which for Tuscany bread culture is almost heresy.