Davide Marzullo: centrato, ambizioso il giusto e divertito. Ritratto di un giovane chef curioso delle cose del mondo fine dining.



 

di Laura Guerra

Davide Marzullo in brigata a Villa Crespi, bistellato di Antonino Cannavacciuolo è un giovane chef in crescita. Anagraficamente, perché ha solo 24 anni e, soprattutto, nella professione in cui vanta già una bella sequenza di esperienze, affermazioni e gare gastronomiche.

La prossima sfida lo vedrà impegnato a maggio nella finale di S.Pellegrino Young Chef cui ha avuto accesso vincendo il premio S.Pellegrino Award for Social Responsability. Porterà l’Aubergine in Black Tie, piatto che ha pensato con la voglia di dare dignità internazionale – perché aubergine si chiama così a Londra, a Parigi e a Berlino – d’alta cucina alla melanzana, ortaggio icona della cucina italiana abbigliandola con il dress code delle cene eleganti. Il piatto è concepito in 4 piccole portate che compongono la portata completa.

Questi ragionamenti, applicati ai fornelli definiscono il suo approccio che è fatto di tecnica, esperienza, curiosità, divertimento.

Davide Marzullo ha cominciato ad appassionarsi da ragazzino a tegami e cotture nella cucina dello zio che aveva un ristorante; a soli 15 anni fa la sua fiera gavetta, poi va a lavorare in un ristorante vicino casa. Determinato a seguire la sua strada e a consolidare il suo bagaglio passa per il Magnolia di Cesenatico, guidato da Alberto Faccani, poi va al Gallia Palace Hotel di Punta Ala e l’anno dopo vola a Londra all’Hibiscus di Claude Bosi dove fa un’esperienza fra le più dure e significative per la sua formazione. Al rientro in Italia approda al The Market Place di Como e nel mentre partecipa al talent cooking Antonino Chef Academy e lo vince. La vittoria gli apre le porte di Villa Crespi dove, dopo uno stage al Noma, entra a far parte della brigata di Antonino Cannavacciuolo.

Curioso verso tutto quanto di innovativo accade sotto il cielo del fine dining, Davide Marzullo ha fra i suoi riferimenti Marco Pierre White, l’enfant terrible della cucina britannica e un occhio sempre rivolto a Courmayeur fra i fuochi di Paolo Griffa – vincitore della selezione italiana di S.Pellegrino Young Chef 2015 – al Petit Royal che dice “ammiro per tutto quello che fa e per come lo fa”.

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