Fuori il traffico di una Roma che lentamente riprende a vivere. Dentro il silenzio e l’eleganza di uno dei ristoranti più belli della Capitale, Enoteca La Torre a Villa Laetitia. 1 stella Michelin, regno del talento di Domenico Stile, giovanissimo ma già affermato chef.
Di fronte Silvia Sperduti che con Michele Pepponi, compagno di vita e di lavoro, gestisce questo gioiello incastonato in Villa Laetitia, residenza di una icona di stile come Anna Fendi.
Regole di ingaggio ben chiare, per questa intervista: non vogliamo parlare della crisi della ristorazione, sentiero ormai ampiamente perlustrato in centinaia di articoli. Anche se, inevitabilmente, qualche considerazione ci scappa.
“E’ evidente che ci troviamo ad affrontare un momento a dir poco delicato – spiega Silvia Sperduti – Considerate che la nostra clientela è da sempre composta per il 70% da stranieri e il nostro è un locale molto amato soprattutto dagli asiatici. Fate due più due e potete facilmente immaginare che razza di uragano si sia abbattuto su di noi”. Ma Silvia Sperduti e Michele Pepponi non appartengono alla categoria di quelli che si piangono addosso. Enoteca La Torre è stato tra i primi ristoranti a riaprire.
“Lo dovevamo a noi stessi e, prima ancora, al nostro gruppo di lavoro. Un team affiatato che abbiamo aiutato con tutti i mezzi, cercando di non perdere nessuno lungo la strada. E ora siamo ripartiti. Con un inizio lento ma con una crescita costante che ci fa ben sperare”. Ma, come promesso, con Silvia vogliamo parlare di altri aspetti, sempre legati al mondo del food e del beverage ma non circoscritti all’ambito della ristorazione.
“Il nostro gruppo si sviluppa su diverse situazioni. Gestiamo da tempo La Macchia, club esclusivo in quel di Capalbio. E, sempre a Capalbio, abbiamo appena aperto, con tutte le difficoltà e le attenzioni del caso, La Dogana, un bellissimo stabilimento balneare dove la proposta enogastronomica gode di una particolare attenzione. Ma, soprattutto, Michele e io gestiamo, sempre sotto il brand Enoteca La Torre, una delle più importanti società di catering italiane”.
E siamo al dunque. Perché, come accennato, si è parlato molto della crisi della ristorazione e dell’horeca in genere, ma non sono molti quelli che hanno puntato i riflettori sullo tsunami che ha investito chi si occupa di organizzazione eventi.
“A noi sono bastate poche ore per comprendere la gravità della situazione. Ricordo quei giorni come se si trattasse della scena di un film. Il cellulare che non cessava mai di squillare e dall’altra parte clienti che annullavano eventi corporate e privati. Noi lavoriamo molto con il mondo della moda e quello è stato uno dei primi a reagire. Un battito di ciglia e le prenotazioni di un anno non esistevano più. Due milioni di euro bruciati nello spazio di 48 ore. Ed era solo l’inizio. Poi sono arrivate le disdette dei matrimoni, con futuri sposi disperati che ci chiedevano aiuto, un consiglio sul come gestire il tutto. E così ci siamo ritrovati a consolare decine di persone mentre tutto intorno a noi crollava come un castello di carte”.
Una situazione surreale, di quelle che ti piegano. Ma Michele e Silvia non hanno ceduto di un millimetro.
“Molti ci fanno i complimenti per come abbiamo gestito l’emergenza. Ma, in realtà, non avevamo molta scelta, a nostro avviso: nuotare o affogare. Quindi abbiamo tenuti ben vivi i rapporti con i nostri clienti, calendarizzando eventi per il 2021. E per il presente, perché è evidente che comunque una struttura come la nostra, che conta su un personale numeroso e qualificato, necessita di liquidità, abbiamo proposto le Eat Me Box, che stanno viaggiando bene”.
E “viaggiare” è il verbo giusto da utilizzare, dal momento che si tratta di scatole gourmet che Enoteca La Torre Group prepara con cura e passione e che raggiungono tutti gli angoli del Paese.
“Praticamente abbiamo fatto nostra la storia di Maometto e la montagna – spiega Silvia con un sorriso – Se le persone non possono andare in giro a festeggiare, noi il necessario per un party perfetto te lo mandiamo a casa. Una vera e propria collezione di scatole, bellissime nel packaging e squisite nel contenuto. Oltre 100 combinazioni, dall’antipasto al dolce, assolutamente personalizzabili e curate nel minimo dettaglio, come è nel nostro stile. Una piccola grande idea che, in questa fase, costituisce un business interessante. Ovviamente aspettando che passi la buriana e che tutto possa riprendere come prima. Anzi, meglio di prima”.